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vendemmia

VCO-11-07-2017- CS – “Anche nelle nostre province, è forte il rischio di intoppi per le attività agrituristiche e sulle operazioni di raccolta e vendemmia: la causa sono gli inammissibili ritardi burocratici nello sviluppo della procedura informatica dell’INPS che di fatto impediscono alle imprese agricole l’accesso agli strumenti che hanno sostituito i voucher”. Così Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara Vco, torna sull’allarme lanciato dall’organizzazione agricola in riferimento ai contenuti della circolare dell’INPS che detta le istruzioni operative per le nuove prestazioni occasionali. L’INPS non consente, infatti, alle imprese agricole di poter utilizzare la comunicazione preventiva per un arco temporale di tre giorni, prerogativa che la legge attribuisce al settore agricolo proprio in ragione delle sue specificità. “A rischio vi sono le opportunità di lavoro per i giovani studenti, i pensionati e i cassa integrati impiegati in agricoltura nell’attività stagionale. Nella nostra regione, la raccolta estiva della frutta e della verdura, oltre poi alla vendemmia nei prossimi mesi, sono attività importanti per le nostre imprese che impegnano notevoli risorse: non è ammissibile che ancora una volta sia proprio il settore agricolo ad essere penalizzato dalla burocrazia. D’altronde ricordiamo che i voucher erano nati proprio in agricoltura, nel 2008, per la vendemmia allo scopo di semplificare e snellire le procedure. Auspichiamo, quindi, che al più presto venga superata questa difficoltà per consentire l’utilizzo delle nuove prestazioni occasionali, senza dare luogo a casi di lavoro abusivo”. La sospensione dei voucher, la scorsa primavera, aveva  di fatto segnato lo stop al lavoro di pensionati e studenti nelle nostre campagne, ma anche negli agriturismi e negli spacci delle imprese agricole, con costi insostenibili per gli imprenditori: L’impiego dei voucher è dunque vitale per l’agricoltura, settore che pure non ne abusa, in quanto ne utilizza solo l’1,6%: una quota che è comunque vitale e stabile nell’ultimo quinquennio: l’agricoltura, infatti, è stato l’unico settore rimasto praticamente “incatenato” all’originaria disciplina “sperimentale” con tutte le iniziali limitazioni, solo lavoro stagionale e solo pensionati, studenti e percettori di integrazioni al reddito. Nel solo 2016, l’anno appena trascorso, sono stati venduti in Italia 134,065 milioni di buoni per il lavoro accessorio con una crescita del 24% sul 2015. In agricoltura sono stati venduti nel 2016 solo 2.210.440 voucher, addirittura in calo rispetto all’anno precedente e più o meno gli stessi del 2012, per un totale di oltre 380mila giornate di lavoro che hanno aiutato ad avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti e a mantenere attivi molti anziani pensionati nelle campagne senza gli abusi che si sono verificati in altri settori.