DOMODOSSOLA - 16-1-2024 -- Le carenze di infermieri negli ospedali di Domodossola e di Verbania alla ribalta nazionale, emblema delle disfunzioni di un sistema che forma bravi professionisti ma non è in grado di remunerare adeguatamente il lavoro, né di assicurare una qualità di vita accettabile per chi lotta con turni massacranti, riposi saltati, ferie non godute. I sindacati nel VCO lo denunciano da anni, ma adesso che le disfunzioni hanno assunto i caratteri dell'emergenza, anche i media nazionali se ne occupano. Lo ha fatto l'edizione nazionale del quotidiano La Stampa sabato scorso, in un articolo firmato Andrea Rossi, lo ha fatto un paio di volte negli ultimi giorni, il TgCom, sentendo pareri, intervistando lavoratori o lo stesso dirigente delle professioni infermieristiche dell'ASL VCO, Marcello Senestraro.
Si calcola che nei due ospedali del VCO manchino 70 infermieri e allo stato attuale la situazione potrà solo peggiorare, con ripercussioni devastanti. A meno che non si prendano provvedimenti in grado di invertire la rotta.
La rotta che porta in Svizzera, più precisamente nel Vallese dove a Briga si lavora al nuovo e modernissimo ospedale da 400 posti letto, che dovrebbe essere pronto tra 4 anni. Si cerca personale, che sarà pagato mediamente 3 o 4 volte in più che in Italia. Gli assunti potranno godere inoltre di ferie, riposi ed anche di qualche fine settimana libero, come ha raccontato alla Stampa quella infermiera ossolana, che lavorando sole 20 ore a settimana guadagna 2400 euro, più dei 1700 che prendeva per un tempo pieno in Italia.
Altro dato: sono 400 gli infermieri piemontesi che nel 2023 si sono ritirati dall'Ordine nazionale. È facilmente ipotizzabile che la maggioranza di questi sia andato a lavorare in Svizzera.
In tutto ciò la beffa supplementare è data dalla formazione di livello universitario che l'Italia conferisce ai suoi infermieri, un investimento che non resta nel Paese ma che, paradossalmente, proprio in virtù della buona preparazione che offre concorre a lasciare i territori senza servizi. Tornando al VCO ci si chiede cosa potrebbe accadere se il piano regionale per il rifacimento dei due ospedali andasse in porto. 150 posti letto a Domo e più o meno altrettanti a Verbania, con quale personale? E poi la medicina territoriale, che certo va completata e sostenuta, laddove anche le case della salute (case di comunità più un ospedale di comunità) avrebbero bisogno di infermieri, medici, amministrativi per poter funzionare e non restare scatole vuote.
A.D


