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DOMODOSSOLA - 20-1-2024 -- Le ragioni del bilancio contro le ragioni dei frontalieri. Nel venerdì sera di Domodossola è andato in scena lo scontro. Il parlamentare europeo Alessandro Panza e il deputato Stefano Candiani sono stati chiamati della ragion politica a esporre a una platea di lavoratori perchè dai loro stipendi sarà decurtata una cifra compresa tra il 3 ed il 6% netto. Non ci sono riusciti. I due parlamentari leghisti non hanno trovato nella sala dell'Unione Montana alcuna disponibilità all'ascolto, e forse era prevedibile. E prevedibili gli attacchi, anche duri, da parte di chi per quella sicurezza economica garantita dal lavoro oltreconfine, sacrifica la qualità della vita. E allora il volume degli interventi s'è fatto alto, i toni esasperati, le parole sono volate. In sintesi i due esponenti politici (qui l'intervista) sostengono che la fonte del problema sia in quell'accordo italo-elvetico sull'imposizione fiscale ratificato nei mesi scorsi, accordo che era stato formalizzato da precedenti governi di centro-sinistra e che l'attuale corso politico s'è limitato a convalidare. Per i frontalieri le cose sarebbero ben diverse, ovvero l'attuale governo avrebbe deciso di penalizzarli: "È una tassa caduta dall'alto - dice il rappresentante dei frontalieri Antonio Locatelli, rimarcando che Panza e Candiani non sono stati abbastanza convincenti nella spiegazione fornita nella sala dell'Unione Montana - . La verità è scritta nero su bianco negli accordi del 74 rinnovati nel 99 dove si precisa che la sanità ricade nei ristorni. E a chi dice che i ristorni vanno ai Comuni dobbiamo ricordare che una cifra del 60% è trattenuta da Roma. È Roma che deve pensare alla Sanità". La mancanza dei sindaci di Domo e Verbania all'affollata serata, viene stigmatizzata dal rappresentante dei frontalieri che non risparmia neppure stoccate pre-elettorali: "Tra Lombardia e Piemonte ci sono 93mila fontanieri, i politici farebbero bene a pensarci", afferma. Intanto si confida sulle due raccolte firme partite nelle settimane scorse, ciascuna delle quali ha già superato le 7mila adesioni. L'obiettivo è bloccare la norma. Anche da parte del sindacato, giungono dure critiche, peraltro reiterate in occasioni di altre assemblee dedicate al frontalierato. Gigi Bacchetta, (Cgil) commenta: "Non è accettabile che si applichi l'imposta a causa di presunti e non ben definiti tecnicismi. Tentano sempre di giocare la carta 'così salviamo la sanità' arrivando persino a dire che alcuni frontalieri li contattano dicendo che è giusto contribuire. Tutto questo è disarmante". Dal sindacato Unia durante la serata spunta la fotocopia di un post del 2016 di Stefano Candiani felice perché non era passata la tassa sanitaria per i frontalieri che il governo di allora (governo Renzi) pensava di istituire "Perché i frontalieri partecipano già con i ristorni", la spiegazione (il post in basso). Il vecchio gioco di chi è all'opposizione e che in democrazia capita che finisca di trovarsi al governo. In realtà, in linea di principio, Panza e Candiani qualche ragione ai frontalieri la attribuiscono. Quanto meno non hanno temuto di calarsi nella "fossa dei leoni", insomma, metterci la faccia per una decisone che probabilmente loro neanche avrebbero preso.

A.D

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