DOMODOSSOLA- 22-03-2015- Reschigna che “tira le fila”, la “serenità” di Borghi, l’”immobilismo” di Cattrini, il “far finta di niente” sui pochi posti letto ossolani rispetto ai verbanesi, il voler trasformare Verbania in comune montano aggregando Cossogno. Sos Ossola, tramite il suo presidente Bernardino gallo, torna con un comunicato stampa sulle questioni calde legate alla sanità ed al futuro della Provincia: “Restiamo perplessi e allibiti da una serie di fatti che proviamo ad elencare- commenta Gallo- tutti i "padrini del vapore" fanno finta di niente sui nostri dati relativi alle sperequazioni tra la preponderante sanità privata nel Vco e la striminzita per quantità di sanità in Ossola. Avrete notato che nessuno ha mai smentito alcunché per il semplice fatto che illustriamo la realtà. Alcuni blaterano menando il can per l'aia e quelli che contano operano in silenzio per assegnare il Dea al Castelli di Verbania. A proposito Verbania non è montana? Dovrebbe rinunciare all'area materno infantile, quindi al Dea, avendo molto meno dei 1.000 parti? Ne ha infatti poco più di 500 e con una mobilità passiva, (donne che vanno a partorire altrove) che supera il 75%. Niente Paura! C'è chi lavora per far diventare montana anche Verbania. Si lavora in loco per creare una unione di comuni ad hoc tra Verbania e Cossogno, piccolo comune montano, mentre c'è chi si attiva in regione per la creazione di una provincia autonoma che sarà acclarata tutta montana. Anche se non andrà in porto il principio è espresso e il gioco è fatto! Del resto, possiamo affermare che alle genti dell'Ossola, ma anche del Cusio e di molti dello stesso Verbano, una provincia autonoma ma non federale è assolutamente sgradita! Chi tira le fila è Aldo Reschigna, politico che prima d'essere semplice consigliere, semplice si fa per dire, ha sempre e solo lavorato solo per Verbania e si batteva pure per emodinamica al Castelli. Continua ancora oggi, come vice presidente, che dovrebbe riguardare, ancora di più, l'intero Piemonte e nonostante le innumerevoli preferenze carpite all'Ossola opera per sminuirne la sanità. Per adesso, stendo un velo pietoso sulle notevoli spese aggiuntive al pur lauto stipendio che, pur non essendo un reato, sono di una intolleranza inaudita per il popolo che stringe la cinghia! Seppure mettendo la sordina, si sono fatti notevoli lavori al Castelli, sia per la sala operatoria, seppure su due piani che non è ottimale, che per la cardiologia e per emodinamica, per accogliere servizi da carpire al San Biagio. Per la verità occorrerebbe molto di più e, dopo il dibattito sui servizi territoriali, che èun vero e proprio specchietto per le allodole, si toglierà sostanzialmente e formalmente il Dea a Domodossola, declassando il San Biagio e facendo arretrare la risposta sanitaria complessiva nel Vco. Nemmeno comprendiamo come l’onorevole Borghi possa essere "sereno" che questo non accada, ostentando sicurezza avendo affermato che la sua posizione è per mantenere il Dea al San Biagio.
Siamo anche costernati dell'immobilismo del sindaco di Domodossola, Mariano Cattrini al quale abbiamo dato, oltre all'appoggio per le sue dimissioni annunciate, abbiamo fornito notevoli supporti concreti e determinanti come per emodinamica e per il documento approvato dalla rappresentanza dei sindaci che, di fatto, ha costretto la regione a rinviare la partita a fine anno. Non c'interessa e nemmeno che non ci sia stato riconosciuto alcunché e nessun grazie privato o pubblico che era doveroso. Ci interessa l'obiettivo: salvaguardare il San Biagio e con esso la sanità pubblica non solo in Ossola, ma anche a tutto tondo nell'area di competenza dell'Asl Vco. Non resti immobile sul monumento equestre delle dimissioni annunciate. Il massimo sarebbe restae in compagnia dei piccioni. Si attivi molto presto con iniziative concrete se non vogliamo andare incontro a una pesante sconfitta. Chiamiamo all'appello gli altri sindaci, le varie associazioni e soprattutto il popolo. Se non ora, quando? Invitiamo anche gli ossolani a "tirare per la giacca" i loro sindaci perchè siano agli ordini vostri e non dei partiti o di capi corrente. Noi siamo pronti e sventoliamo la nostra bandiera che è quella gloriosa della repubblica partigiana dell'Ossola, simbolo di libertà, autonomia e giustizia”.