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ANZASCA- 07-09-2025-- Un’escursione del 2015, l’anno in cui mancò Sergio Novaresi, caro amico, instancabile lavoratore e difensore della bellezza delle nostre montagne e dell’educazione che deve sempre guidare chi le frequenta e dice di amarle. Già dieci anni fa si sentiva in questa splendida valle il profumo dell’homo idroelecticus, ma si sperava che fosse impossibile profanare tanta bellezza, come invece, puntualmente, sta avvenendo ai giorni nostri.

Senza Sergio Novaresi le nostre montagne hanno qualcosa in meno, ma continuiamo a parlarne, come lui avrebbe voluto. Il Colle del Piccolo Altare collega Valle Quarazza e Valsesia (Rima), come il Colle della Bottiggia (Carcoforo) e il più conosciuto Colle del Turlo (Alagna). Partendo dall'Ossola, Valle Anzasca, si percorre, appunto, la meravigliosa Val Quarazza, nella speranza che l'homo sapiens non ci metta le sue mani distruttive.

GITA  N. 59

COLLE E CIMA DEL PICCOLO ALTARE

  LUGLIO 2015

Dislivello totale: 1330 m.  Tempo totale: 6 h 50'.

In una bellissima giornata ci mettiamo in cammino in quattordici dalla località Crocette, dove si trova la vecchia miniera d'oro della Quarazza, forse la più bella valle laterale sulla destra orografica dell'Anza.

Ci sono anche due forti signore. Raggiungiamo il punto d'inizio della gita, quota 1360, in auto da Isella, frazione fra Borca e Staffa, attenendoci alle procedure in atto. A Crocette c'è un rifugio del CAI di Piedimulera. Si segue la bella mulattiera, diretti a sud, verso la testata della valle. Costruita negli anni venti del Novecento dagli Alpini del Battaglione Intra per collegare Macugnaga ad Alagna attraverso il Colle o Passo del Turlo, la mulattiera è ancora in ottimo stato. Dopo poco meno di un’ora di dolce salita siamo all'Alpe La Piana, 1613, e ci rifocilliamo.

Di qui risaliamo la destra orografica della valle lungo tornanti che ci portano all'Alpe Schiena, 2037, e, con un lungo tratto quasi pianeggiante, al Bivacco Lanti, 2150, dedicato al leggendario pastore Emiliano (un’ora e un quarto). Dopo una breve sosta due amici proseguono verso il Colle del Turlo mentre noi altri dodici lasciamo la mulattiera alla nostra destra e imbocchiamo il sentiero, ben segnato, che ci condurrà alla meta odierna.

Con salita molto diretta, sempre più ripida, anche lungo  nevai residui, arriviamo ad un ultimo traverso su terreno disagevole, con pietraie instabili e tracce di neve. Più in alto quattro camosci risalgono, come fosse un'autostrada, un ripidissimo nevaio. Finalmente un tratto di rocce solide ci porta al Colle del Piccolo Altare, 2630 (poco più di un’ora e un quarto). Alcuni arditi raggiungono anche la cima omonima, 2684, in un quarto d’ora. Di qui s'intravede, fra le nuvole, il paese di Rima. Il rifugio Axerio, a pochi metri, è chiuso. Ad ovest, dietro i Corni di Faller e la maestosa parete sud del Pizzo Bianco, si vedono le vette del Monte Rosa e la Capanna Regina Margherita ad occhio nudo. Il colle prende nome da una sporgenza rocciosa quasi quadrata, in prossimità del rifugio, su cui è infissa una croce di legno che, in verità, non avevo notato.

Poco sotto il colle, sul versante di Rima, perse la vita sotto una valanga, nel 1988, Tullio Vidoni, grandissimo alpinista, friulano di nascita e valsesiano di adozione. In poco più di un’ora ridiscendiamo al Bivacco Lanti e ritroviamo i due reduci dal Turlo.

Ci concediamo una meritata pausa pranzo. Torniamo all'Alpe La Piana e, poco sotto, attraversiamo il torrente e passiamo dall'Alpe Prelobia, con una modesta variante, non percorsa in salita, che ci mantiene sulla sinistra del torrente Quarazza e ci riporta a Crocette in poco meno di due ore. Diretti a fondovalle voltiamo le spalle al Rosa, sicuri di tornarci molto presto, ma non toccate, per favore, la Val Quarazza!

 Gianpaolo Fabbri

 


AdmirorGallery 5.2.0, author/s Vasiljevski & Kekeljevic.