FORMAZZA- 14-09-2025-- L’ultima volta al Lago Nero, otto anni fa, eravamo scesi dal passo omonimo, dopo essere saliti al Corno Talli con partenza da Canza. Escursioni così lunghe e impegnative non le prendo più in considerazione e oggi sono tornato con i miei amici sulle rive di questo splendido lago alpino per la via più diretta. Lo considero, insieme al Lago Superiore, il più spettacolare del nostro territorio.
GITA N. 192 O 24 – Lago Nero e Monte Castello
SETTEMBRE 2025
Dislivello: 900 m. Tempo totale: 4 h 50’.
Previsioni meteo discrete: possibili due gocce d’acqua nel pomeriggio e così sarà, anche se avranno un leggero anticipo. Con coraggio non sovraccarico lo zaino con il mio quasi “ombrellone”. Oggi tre badanti si occupano di tre anziani, uno dei quali ancora impegnato nel corso di formazione preliminare. Parcheggiamo di fronte all’Oratorio di San Domenico alla Cascata del Toce, 1675.
Oggi, per evitare partenze troppo veloci di cui risento solo io, gli amici mi mettono in testa al gruppo a fare il passo, da vecchio saggio o da “vaca vegia” a seconda dei punti di vista. Ci dirigiamo a nord, in dolcissima salita fino a Frua di Sopra. Qui, al bivio per l’Alpe Ghighel, inizia il sentiero G22a che fa parte del TB (Tour del Basodino). E’ evidente, diretto a oriente, destra, e il pendio diventa subito impegnativo. Nonostante il passo del vecchio, dopo un’ora siamo all’Alpe, 2125. Proseguiamo in direzione sud est, inizialmente in salita fino a congiungerci con il sentiero G22 proveniente dal Lago Castel, poi in piano fino al guado del Rio Scelp, a quota 2200 circa.
Dopo una breve pausa affrontiamo l’ultimo tratto in salita che ci porta al Lago Nero, 2428 (poco meno di un’ora e un quarto dall’Alpe Ghighel). Ci domina a meridione il Corno Talli. Percorriamo la sponda settentrionale di questo splendido specchio d’acqua, sempre lungo il sentiero G22, con l’intenzione di salire al Passo del Lago Nero, ma nuvole minacciose ad occidente placano le nostre velleità agonistiche e torniamo sui nostri passi. In un’ora ridiscendiamo all’Alpe Ghighel, mentre un pallido sole fa capolino e il tempo sembra “tenere”.
A due passi da qui, verso sud, c’è il Monte Castello, dove alcuni di noi erano già stati nel 2022, in una giornata di nebbie vaganti, fortunatamente accompagnati dal nostro presidente walser. Oggi la visibilità è discreta e vale la pena di godersi il bellissimo panorama che offre. Si decide di andarci, anche per supplire alla mancata salita oltre il Lago Nero. C’è una traccia, ma si sale con percorso libero puntando alla piccola torre, o meglio grande ometto in sasso, sulla vetta a quota 2218. Ci impieghiamo poco più di un quarto d’ora in questo ambiente bellissimo di verdi radure, vallette, piccoli stagni che la cartina battezza presuntuosamente “laghi”.
La Cascata del Toce è ben visibile, quasi seicento metri a picco sotto di noi. Ci rifocilliamo in prossimità della vetta. Qui un ragno violino “colpisce” una delle nostre preziose badanti, che però se ne accorgerà solo alla sera ed avrà spiacevolissime e dolorosissime conseguenze per la successiva settimana. Stiamo attenti a questi perfidi aracnidi!
Potremmo star qui delle ore, ma il cielo torna a farsi minaccioso e riprendiamo la discesa lungo il percorso di salita. Una leggerissima pioggia, in anticipo sul previsto ma che non merita l’uso degli ombrelli, ci accompagna sull’erto sentiero che scende dall’Alpe Ghighel. In poco meno di un’ora e un quarto arriviamo al bar della Cascata, dove provvediamo ad un accurato recupero dei liquidi dissipati dalle parti del Lago Nero.
Gianpaolo Fabbri